Array

La colpa dei naufragi ? è di Dio.                                                           

Per una volta non parliamo di finanza o di editoria o di comunicazione, il tema di questa settimana è maledettamente più drammatico. Magari ci aiuta ad avere una visione realistica dei fatti contemporanei, senza farci dimenticare che l’utopia ha mosso l’umanità verso il progresso. E chissà che, un giorno, forse lontano, lo capiremo anche in Finanza ….. e , addirittura, udite udite, nella scienza della comunicazione applicata alla finanza.

Ho
letto, sulle pagine di Wall Street Italia, che Luttwak, nel corso di
una intervista radiofonica, avrebbe attribuito al Papa la responsabilità
del naufragio avvenuto nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia. Di più,
addirittura il Papa avrebbe istigato alla violazione di una legge dello
Stato Italiano: parliamo, ovviamente, della legge che considera reo il
clandestino.
Di Edward Luttwak ho letto tutti i libri. Lo considero un genio, lucidissimo interprete della realtà economico sociale contemporanea mondiale. Ho sempre letto ed ascoltato con piacere i suoi pareri, le interviste che ha rilasciato. Anche nelle provocazioni evidenti, ci ho riscontrato sempre un fondo di verità affondata nel realismo.

Per questo, in prima approssimativa analisi, mi pareva logico di attribuirgli, anche questa volta, la genialità della provocazione, nella esternazione della sua analisi sulle dichiarazioni di Papa Francesco in merito alla immigrazione nel nostro Paese dai luoghi disastrati del mondo. Ma, col passare dei giorni, addirittura con l’arrivo di una seconda analoga tragedia a quella cui Luttwak si riferiva, ho cambiato idea.

Papa Francesco, nelle sue dichiarazioni, ha di gran lunga superato, con la statura della Sua autorevolezza, il concetto umano di clandestinità. Lo ha superato, riferendosi alla legge cristiana suprema dell’uguaglianza degli uomini, di tutti gli uomini, fra di loro: e per chi crede, della loro uguaglianza davanti a Dio, in quanto creati da Dio uguali. Nessun uomo, per quella legge, può essere considerato clandestino sulla terra.
Volendo dare una interpretazione, magari a tutti i costi,  positiva del progresso dell’Uomo negli ultimi 2000 anni, si può affermare che la società umana, da Gesù Cristo in poi, ha faticosamente arrancato verso una realizzazione del concetto di uguaglianza degli uomini fra loro, allargando, lentamente ma costantemente,  la quantità di popolazione mondiale dove tale concetto viene sancito dalle leggi dello Stato. Oggi, è indiscutibile che la percentuale di uomini uguali davanti alla legge e quindi, tendenzialmente, uguali fra loro, è di gran lunga superiore a quella di 2000 o 1000 anni o 100 anni fa.

La società umana, però, è per sua natura imperfetta. Non può garantire i medesimi principi a TUTTI gli uomini della terra, perché non tutte le comunità umane presenti sulla terra hanno avuto lo stesso progresso evolutivo verso l’uguaglianza.

Di lì, la necessità delle leggi di taluni Stati, e fra questi l’Italia, di sanzionare la clandestinità. Perché, realisticamente , non si può fare altrimenti, perché manca la possibilità materiale di poter estendere il diritto minimo all’uguaglianza sociale a tutti gli individui della terra: è un pugno sullo stomaco dirlo, ma è la realtà.

Ma Papa Francesco non può rivolgersi, per sua precisa missione, ai cittadini di uno stato, o dello stato italiano. Egli parla agli Uomini nella loro universalità di esseri umani. E lo fa, per precisa delega ricevuta, più di 2000 anni fa da Gesù Cristo, il quale, per chi crede, era l’emissario di Dio. Quel messaggio di Papa Francesco rappresenta la necessaria tensione dell’Umanità verso un futuro migliore e dove una quantità di uomini crescente potrà riconoscersi nel principio di uguaglianza. Rappresenta, anche, il diritto degli Uomini all’ utopia dell’uguaglianza, come elemento irrinunciabile del progresso dell’Umanità.

Luttwak ha sbagliato a dire che Papa Francesco è il responsabile dei naufragi e delle vittime conseguenti a quei naufragi. Per una volta, nella sua provocazione, ha mirato troppo in basso. Il suo irrefrenabile realismo, per una volta, lo ha tradito. Doveva dire che la colpa è di Dio.

Maurizio Monti
Editore
Traders’ Magazine Italia

P.S.: Come di consueto, il mio ringraziamento ai lettori di TRADERS’, della TRADERS’ WEE e de IL SETTIMANALE di Traders’ Magazine Italia per il loro continuo sostegno.

Social