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Azzeccare i cavalli vincenti

Come  vincere all’ippodromo (e negli investimenti)

Azzeccare i cavalli vincenti. Come vincere all’ippodromo, o almeno come riprendersi i propri soldi. Questo il titolo di un celebre racconto di Charles Bukowski, autore prolifico e irriverente, dalla vena abbondante e dalla versatile creatività, scritto dopo una vita passata per metà in schiavitù presso un ufficio postale e per l’altra metà tra donne, alcool e gioco d’azzardo.

Da incallito scommettitore, con un’acuta alzata d’ingegno, Bukowski individua una serie di espedienti pratici e regole empiriche per limitare le perdite e gestire il rischio durante le corse all’ippodromo. “Non sedetevi di fianco agli spacconi o ai dispensatori di consigli. Quei tizi sono come veleno”[1], ricorda in incipit. Anche nella gestione dei risparmi occorre guardarsi delle strategie di marketing e dalle abilità dialettiche e persuasive di manager e gestori finanziari.

I giocatori, insiste Bukowski, “sono convinti che siamo tutti bravi fratelli e insieme sulla stessa barca, e che possiamo battere l’ippodromo. Non c’è niente di più falso. Le persone scommettono l’una contro l’altra”. Il gioco d’azzardo, così come la finanza, è sempre “a somma zero”: le perdite e le vincite di un partecipante corrispondono ai compensi e ai rovesci di fortuna di un altro operatore sul mercato. Anche Dostoevskij, in “Il Giocatore, scrive che “gli uomini, non soltanto alla roulette ma dappertutto, non fanno altro che portarsi via o vincersi l’un l’altro qualche cosa”[2].

F1) Charles Bukowski

Henry Charles “Hank” Bukowski Jr., nato Heinrich Karl Bukowski, noto anche con lo pseudonimo Henry Chinaski, suo alter ego letterario è stato un poeta e scrittore statunitense. Ha scritto sei romanzi, centinaia di racconti e migliaia di poesie, per un totale di oltre sessanta libri.

Fonte: https://www.blog-news.it/metapost/-ldquo-l-rsquo-amore-e-una-sigaretta-accesa-al-contrario-rdquo-la-poesia-cinica-di-bukowski

“Prendete il giornale di Pasadena”, svela in media res Bukowski introducendo il metodo con cui calcola le proprie puntate, “dove vengono pubblicati i commenti tecnici dei primi diciassette periziatori. Date cinque punti per il vincente, due punti per un piazzato, uno se un cavallo è arrivato al traguardo. Sommateli. Poi, accanto alla quota informativa, scrivete la valutazione” finale. Un metodo, quello di attribuire un punteggio per ogni singola voce e stilare una classifica conclusiva, che richiama alla mente il prezioso contributo di Joel Greenblatt, “Il piccolo libro che batte il mercato azionario. Greenblatt, che alla guida della Gotham Capital ha ottenuto rendimenti medi annui del 40% dal 1985 al 2006, propone di classificare ogni azione del mercato americano secondo due criteri distinti: la qualità, misurata dal ritorno sul capitale investito (ROIC), e il prezzo, ossia il costo sostenuto per ogni singola unità di utile (Earnings yield). La “Formula vincente” consiste semplicemente nel selezionare in portafoglio le aziende che, sommate le due graduatorie, presentano i risultati migliori. Così facendo, l’investitore si ritrova in possesso di titoli rappresentativi di aziende con elevata redditività a un prezzo d’occasione, in attesa che il tempo, e quindi il mercato, riconosca tale sottovalutazione e si corregga da solo[3]. Una raccomandazione, tuttavia: occorre rimanere fedeli nel lungo termine alla formula, mettere in un angolo l’emotività e seguire con disciplina e caparbietà il metodo indicato. E per gli investitori più pigri, meno esperti e che mal digeriscono la lettura dei bilanci? La strada da percorrere è quella di investimenti passivi in indici ponderati in base ai fondamentali, agli utili o al valore contabile (value weighted index funds)[4].

F2) Charles Bukowski

Henry Charles “Hank” Bukowski Jr., nato Heinrich Karl Bukowski, noto anche con lo pseudonimo Henry Chinaski, suo alter ego letterario è stato un poeta e scrittore statunitense. Ha scritto sei romanzi, centinaia di racconti e migliaia di poesie, per un totale di oltre sessanta libri.
Fonte: https://www.bbc.co.uk/programmes/b006qxsb/topics/20th-century_American_novelists

“Qualsiasi tipo di cavallo può vincere e a volte lo fa”, incalza ancora Bukowski, “ma noi dobbiamo basarci su quello che accade più spesso e su quello che continua ad accadere. Ho visto migliaia di corse di cavalli, e quelle su cui ci si basa è il risultato globale di tutte quelle corse. Quello che stressa la gente sono i trenta minuti di attesa tra una corsa e il ricordo della corsa precedente. L’ultima corsa è quella che a tutti sembra la più vera perché è la più recente, e se è una corsa strampalata con risultati strampalati, sembra pur sempre la verità”. Gli investitori tendono a prendere come riferimento cornici temporali ristrette, che portano a rappresentazioni false della realtà, perdendo così di vista il “risultato globale” di lungo periodo e la pianificazione finanziaria sottesa[5]. Occorre quindi “allargare gli orizzonti”, estendere il “narrow framing”, abbandonare l’illusione del controllo. I comportamenti passati dei prezzi non sono predittivi di andamenti futuri, i corsi del mercato sono privi di memoria. Il mercato è una passeggiata casuale, un “random walk2 in cui non vi è correlazione tra presente e futuro. L’“ippodromo” non è popolato da “homines oeconomici” razionali, che agiscono seguendo la funzione dell’utilità attesa, ma da “animal spirits” con un’imperfetta valutazione del rischio e della probabilità, soggetti a condizionamenti psicologici e sopraffatti dall’euristica con cui elaborano le informazioni. “Tutti quanti, dal primo all’ultimo, chi in un modo chi in un altro”, commenta Bukowski in “Altra storia di cavalli”… “tutti sono convinti di aver trovato il sistema per vincere. Magari si tratta solo di fede superstiziosa: che la loro fortuna cambierà. Certi puntano in base alle stelle, altri in base ai numeri, altri studiano i tempi, c’è chi punta sul fantino, c’è chi gioca i velocisti, chi i cavalli da rimonta, chi scommette su un nome, e dio sa cos’altro. Perdono quasi tutti, quasi sempre”.

“Ho visto un amico mio giorni fa”, continua Bukowski, “con gli occhi fuori dalle orbite. (…) a quanto pare lui era andato sotto e poi aveva puntato troppo forte per cercare di tornare a galla”[6]. Secondo la “Teoria del Prospetto” di Daniel Kahneman le persone non valutano correttamente gli scenari futuri e, pur di scongiurare una perdita certa, sono disposte a tentare il recupero aumentando il profilo di rischio[7].

Bukowski consiglia infine di evitare, ça va sans dire, di concentrare le puntate su una singola scommessa, su un unico cavallo. Lo stesso vale per il mercato azionario. Hendrik Bessembinder, docente presso l’Università dell’Arizona, ha dimostrato che gli investitori che non riescono a diversificare adeguatamente hanno minori probabilità di ottenere gli alti rendimenti di lungo termine. La crescita dei mercati azionari è sostenuta, infatti, da un numero ristrettissimo di titoli; tutti gli altri hanno rendimenti negativi o comunque inferiori al tasso del Tesoro americano a breve scadenza. Investendo su un singolo titolo della borsa americana, dal 1926 al 2015, nel 96% dei casi il risultato è stato inferiore al mercato di riferimento. Soltanto il 3,8% degli investitori con un unico titolo in portafoglio ha avuto un ritorno superiore all’indice, e appena l’1,2% ha superato il mercato per l’intero orizzonte di novant’anni. Dei 1.000 titoli con la migliore performance, meno del 4% ha generato tutta l’intera ricchezza[8]. L’unico modo, quindi, per esser certi di includere tali titoli in portafoglio è diversificare quanto più possibile, senza dimenticare che investire vuol dire distribuire la propria ricchezza nel tempo. E il tempo coincide con le stagioni della vita, con i cicli dell’esistenza, con i tempi lenti della “vigna”. Occorre saper coltivare il risparmio, aspettare, pazientare, lasciare che prenda forma e maturi nel tempo. Il risultato è la conseguenza di un processo, l’applicazione di un metodo.

“La lucidità mentale è indispensabile”, conclude il vecchio Hank, “Rendetevi conto che non siete nel paese dei sogni, che i soldi non vengono regalati, che battere i cavalli è un’arte e che ci sono pochissimi artisti in giro”. Buona fortuna.

(articolo pubblicato nel numero 3/2020 Investors’ Magazine)

 

Lorenzo Tacconi
Laureato in Storia Contemporanea presso l’Università degli Studi di Firenze, ha poi conseguito un Master in Risorse Umane presso l’ateneo di Padova. Dal 2016 lavora in Banca Popolare Etica Scpa, dove si occupa di consulenza investimenti e offerta prodotti banca-assicurazione.

 

 

 

  1. C. Bukowski, Azzeccare i cavalli vincenti, traduzione di Simona Viciani, Universale Economica, Feltrinelli, Milano, 2013.
  2. F. Dostoevskij, Il Giocatore, traduzione di Bruno del Re, Einaudi, Torino, 2015.
  3. J. Greenblatt, Il piccolo libro che batte il mercato azionario, a cura di Arianna Menin, Emanuele Cepparo, traduzione di Maria Teresa Cattaneo, Cinehollywood Edizioni, Milano, 2010.
  4. J. Greenblatt, The Big Secret for the Small Investor, Crown Business, New York, 2011.
  5. B. Alemanni, Finanza comportamentale. Scoprire gli errori che ci fanno perdere denaro, Egea, Milano, 2015.
  6. C. Bukowski, Storie di ordinaria follia, traduzione di Pier Francesco Paolini, Feltrinelli, Milano, 2004.
  7. D. Kahneman, A. Tversky, Prosepect Theory: an analysis of decison under risk, in Econometrica, Econometric Society, vol. 47, n. 2, marzo 1979.
  8. H. Bessembinder, Do Stocks Outperform Treasurt Bills? Journal of Financial Economics (JFE), Forthcoming, 2018.

 

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