HomeEditorialeEhhh è fin troppo ovvio che… "Non ci sono pasti gratis!"

Ehhh è fin troppo ovvio che… “Non ci sono pasti gratis!”

 (editoriale del n.3/2019)

Facile e fin troppo ovvio che sia così… il problema è capire, una volta per tutte, con che cosa quei pasti devono essere pagati!

Ma siccome in queste pagine parliamo di educazione e consulenza finanziaria, non saranno i pasti da Bottura o Heinz Beck a dover essere pagati, ma dovremo pagare i rendimenti che andiamo cercando con i nostri investimenti. I mercati che ci attendono nei prossimi mesi (e anni) saranno simili al clima di questa nostra epoca follemente condizionata dal cambiamento (o meglio il disastro) climatico: non ci sono più le tiepide e profumate mezze stagioni: ormai si passa dal solleone, alla grandine dalle dimensioni di palle da golf, fino alle trombe d’aria che cambiano i connotati di un territorio. Così i mercati.

Non aspettatevi più il placido sonnecchiare all’ombra di gestioni separate, fondi obbligazionari o obbligazioni pluriennali a tassi accettabili. È finita. Il sistema mercato è stato completamente modificato (anche) dalla politica dei tassi e dal new normal.
Che succede dopo? Una unica certezza: questo mondo di eventi ‘estremi’ porterà a folli corse all’insù e precipitose discese, momenti di euforia e panico, rendimenti a doppia cifra in un senso e nell’altro si susseguiranno con inusitata frequenza. Fermo restando che l’economia del Mondo è cresciuta, cresce e crescerà in futuro.

Sta a noi cogliere ‘quella’ crescita. Per questo ‘capire’ il costo da pagare per il pasto dei nostri rendimenti è indispensabile anche se difficile e arcigno, ma proprio per questo la sfida che ci troviamo dinnanzi noi autori e vi troverete dinnanzi voi lettori, è più stimolante che mai. Con questo numero abbiamo voluto gettare un sasso nello stagno del ‘tanto va bene così’ e vi chiediamo di essere partecipi di questa avventura ‘estiva’ sicuri di trovare quegli spunti e quelle certezze che (non da sole ovviamente) saranno utili a far entrare i risparmiatori-investitori nel NEGOZIO DEI RENDIMENTI (il mercato) senza timori.

È un negozio… ‘SQUISITO’, perché i rendimenti sono la cosa più ambita e desiderata da chiunque. Ma i nostri risparmiatori-investitori entrando in quel negozio avranno, ahimè, una unica… ‘certezza’, quella di dover metter mano al taccuino.
E in quel taccuino non ci sono euro o dollari da poter spendere, ma solo ‘RISCHI’, ed è proprio spendendo quei rischi (intesi come volatilità, drawdown, ecc.) che potranno essere acquistati i desiderati rendimenti. Insomma dovremmo saper insegnare ad utilizzare quella che si chiama ‘intelligenza del rischio’, aver cioè la capacità di calcolare QUANTO rischio posso permettermi di spendere per raggiungere gli obiettivi e i rendimenti desiderati.

Pensate che una delle scoperte più interessanti e promettenti nello studio della intelligenza del rischio è che, a quanto pare, la si può MIGLIORARE enormemente: Dylan Evans nel suo “L’intelligenza del Rischio” ci insegna anche come fare non lasciandoci ingannare da bias comportamentali e facili illusioni.
Buona lettura!

 
 

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