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Essere ‘alternativi’

30 novembre 2018 (editoriale del n.6/2018)

Questo mese avevamo lanciato l’idea di parlare a ruota libera di investimenti ‘alternativi’, lasciando ai nostri autori una sorta di tabula rasa su cui incidere le proprie idee e le proprie convinzioni. Il concetto di ‘alternativo’ è stato così declinato nei modi più svariati ed in un momento in cui i mercati ci propongono una sorta di trama da film… horror penso che la lettura possa davvero rivelarsi oltreché interessante anche stimolante e costruttiva.

Giocherà sul concetto di ‘alternativo’ il professor Bertelli richiamandoci a una realtà drammaticamente quotidiana in cui spesso la definizione di ‘investimento alternativo’ viene troppe volte ‘attribuita’ al parcheggio del denaro in conti di deposito o nella liquidità. E’ davvero questo il nostro mestiere di pianificatore di scelte per il risparmio che, nella sua accezione più corretta, è semplicemente il ‘consumo differito nel tempo’? Riusciamo davvero a inserire nel corretto contesto temporale le scelte dei nostri clienti? O non riusciamo a dar il giusto valore al fattore “tempo” facendoci condizionare da innumerevoli bias comportamentali?

Certo ragioneremo anche su alternative ‘reali’ agli investimenti: da una lucida e precisa semplificazione del mondo dei Certificates (Bernardi), all’analisi delle soluzioni (o dis-soluzioni) degli investimenti nel sempre-mai dimenticato ‘mattone’ (Fravolini), fino all’analisi del modo con cui l’AI (Intelligenza Artificiale) interagisce o addirittura opera in prima persona nella soluzione dei problemi della consulenza negli investimenti. Il messaggio di Monge in tal senso è lapidario ma quanto mai positivo e lungimirante: ”…no, l’uomo non diventerà meno importante. Diventerà sempre più potente, questo sì. E come impiegherà questa potenza dipenderà dalla sua capacità etica, filosofica, morale…”.

Ne è uscito un numero intrigante, la cui lettura ci accomiata da quel 2018 che più fastidiosamente appiccicoso di così non poteva essere. Ci ha lasciato addosso una sensazione di ‘sporcizia’ e di ‘necessità di una bella doccia ristoratrice’. Ma, come conclude il suo pezzo Pizzini, mai come in questa occasione ci deve aiutare “la comprensione di come funzionano i mercati (capire che la profondità del fiume varia), ragionare di quanto sia preziosa una asset allocation allineata alla tolleranza di rischio personale del cliente, ma soprattutto che il periodo di detenzione ottimale dello strumento finanziario utilizzato corrisponda davvero all’orizzonte temporale dell’obiettivo dell’investitore”.

Che dire? Più ‘alternativo’ di così! Buona lettura e una galoppata felice nelle praterie del 2019…


 

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