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Homo sapiens o homo… oeconomicus?

 

31 marzo 2018 (editoriale del n.2/2018)

Ogni volta che mi ritrovo a riflettere su ciò che è il lavoro del consulente finanziario ma soprattutto su ciò che ‘dovrebbe essere’, mi ritorna e mi ritrona (e non è solo un anagramma…) nella mente la domanda che apre il libro di Thaler e Sunstein “Nudge- la spinta gentile” più volte citato tra le pagine di questa rivista.

Noi, dico tutti noi, facciam parte genericamente della famiglia dell’Homo sapiens o ci siamo evoluti un po’ in quella dell’Homo oecomomicus? In altre parole: siam parte della categoria degli UMANI o a quella degli ‘evoluti’ ECONI?  Ci facciam condizionare dalla pancia, dalla consuetudine, dall’ancoraggio, dalla rappresentatività, dall’effetto gregge e da quante altre distorsioni cognitive (UMANI), o siamo davvero coscienti che quelle, essendo distorsioni, ci portano regolarmente fuori strada e noi, dico noi consulenti, risparmiatori ecc., ecc., agiamo spinti dalla nostra lucida sagacità e prendiamo regolarmente decisioni ‘non condizionate’ (ECONI)?
Che diamine! Rispondete! Ciascuno di noi risponda! E chi ha il coraggio di rispondere che nelle sue scelte è sempre un ECONE scagli pure la prima… pietra!

Ahiahaiahi… poche pietre vedo scagliate contro il malcapitato direttore…
E allora questo numero di INVESTORS’ vorrebbe ‘solo’ accompagnarci nel cammino per divenire un po’ più ECONI e un po’ meno UMANI, un po’ meno preoccupati della ‘bonaccia’ di oggi e un po’ più coerenti con i principi della pianificazione di lungo periodo.
Ci aiuterà Bertelli ad essere un po’ meno del tipo che sta al sicuro sulla battigia nella bolgia estiva con pinne, maschera e occhiali e un po’ più di quelli che facendo lo snorkeling vanno invece a cercare spiaggette nascoste e incontaminate dove “i rendimenti non sono mai a zero”…

Entrerete poi nel labirinto di San Pietro a Pontremoli, in Toscana, con Carlo Benetti: una diavoleria con undici cerchi concentrici da attraversare per approdare alla fine a quella che Carlo definisce la ‘nostra consapevolezza’, ovvero che alla fin fine per trovare rendimenti servono comportamenti da ECONE che spesso dimentichiamo: la  diversificazione, l’orizzonte temporale, la pianificazione e i conti mentali perché la rarefazione del rendimento richiede che tutti noi siamo coscienti del paradosso che per avere sicurezza di rendimento si deve rinunciare alla… sicurezza. Il rendimento costa: la moneta che lo acquista è il rischio. L’importante è ‘attenersi al piano’ (Marchese) senza se e senza ma…
Ma questo numero è una quintessenza di ‘spinte gentili’ direbbero i nostri due autori (T&S) citati all’inizio. Una serie oggettiva di ‘spunti da scrivania’, come mi piace descrivere i contributi che i nostri autori riescono sempre ad offrirci: il necessario legame che intercorre tra ‘rischio’ e ‘orizzonte temporale’ che Fabrizio Monge declina con la solita disruption concettuale, un nuovo e inatteso approccio allo storico dilemma che divide PACchisti a PICchisti… di Pizzini, fino alle pillole di saggezza che dovrebbero aiutarci a non temere di ‘prendere il largo’ (Galletta) per paura del mare che ‘forse’ diventerà mosso e pericoloso tra qualche tempo.

Noi vorremmo solo che nel vostro investire il denaro (risparmiatori) o nel vostro lavoro di pianificatori e scelte di investimento (consulenti e gestori) la lettura di INVESTORS’ aiuti a far funzionare un po’ meglio il sistema, che migliori le nostre decisioni e che sia utile, pratico e perché no, divertente. E che meriti sempre un posto, appunto, sulla vostra scrivania.
 
 

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