Lo afferma il professor Dan Ariely nel suo libro Predictably Irrational, in italiano “Prevedibilmente Irrazionale”: cerchiamo di capire come si comporta la mente umana nei periodi di incertezza come quello attuale…
Viene attribuita a Mark Twain una celebre citazione che dice: “…ottobre è un mese particolarmente pericoloso per investire in azioni…“.
La citazione prosegue poi così: “…altri mesi pericolosi sono luglio, gennaio, settembre, aprile, dicembre, maggio, marzo, giugno, novembre, agosto e febbraio...”.
Che cosa sta succedendo in questo movimentato fine anno 2018? Nulla di nuovo, a onor del vero: nelle borse mondiali, dopo un lungo periodo di calma piatta durato qualche anno, è tornata la volatilità. Finalmente!
La volatilità dei mercati finanziari è un’inevitabile caratteristica degli stessi, che fa salire e scendere i valori degli investimenti di tutti – ma proprio tutti – i risparmiatori del mondo intero. E, tipicamente, se le borse salgono con la velocità della scala mobile… quando scendono, lo fanno con la velocità dell’ascensore! E lo sta dicendo qualcuno che da ormai quasi vent’anni opera in “prima linea”… e di periodi di incertezza mi è capitato di vederne e di attraversarne diversi, molto più intensi e profondi di quello attuale, posso testimoniare che tutti, ma proprio tutti, sono stati superati… e i risparmiatori sono sopravvissuti (figura 1)!
Figura 1: Crisi finanziarie
Negli ultimi quarant’anni ci sono state diverse crisi finanziarie… e tutte sono passate.
Fonte: https://blog.realinstitutoelcano.org/en/financial-crises-flushing-toilets/
Però… coloro che non avevano impostato una chiara e precisa strategia da seguire con disciplina, che non si sono avvalsi del supporto di un professionista e che hanno anzi lasciato spazio all’improvvisazione e che si sono lasciati trascinare dal panico e dalla paura, sono proprio quelli che sono rimasti col cerino in mano…
Perché i saliscendi che stiamo vedendo in questi giorni, con il contributo della “cattiva informazione pressapochista” che fanno giornali e telegiornali con i loro titoloni rumorosi e sensazionalistici, fanno scaturire una serie di comportamenti irrazionali nell’homo sapiens. E come ci insegnano i più autorevoli ricercatori, neuro-scienziati, accademici, psicologi cognitivisti del mondo (tra cui qualche premio Nobel), per ragioni biologiche legate alle “euristiche”, la nostra mente è infatti programmata per far scattare degli allarmi quando avverte un pericolo, o qualcosa che quantomeno si presenti apparentemente come tale (figura 2).
Figura 2: Le nostre paure
Siamo prevedibilmente irrazionali quando, ad esempio, ci lasciamo impressionare da notizie tragiche e la nostra emotività ci annebbia la vista, anche di fronte alle evidenze: le probabilità di morire in un incidente aereo sono bassissime.
Fonte: https://medium.com/make-better-decisions/unhappiness-and-availability-heuristic-657060d3655a
Questi “automatismi” fanno parte della nostra natura e sono ben impressi nel nostro DNA, e sono il frutto di millenni di evoluzione biologica del nostro cervello: abbiamo infatti paura di ciò che non conosciamo, e i mercati finanziari sono effettivamente uno strano mistero per i risparmiatori italiani come per quelli del resto del mondo (un libro illuminante sul funzionamento della nostra mente, pubblicato nel 2011, è “Thinking fast and slow”, in italiano “Pensieri lenti e veloci” di Daniel Kahneman (figura 3), “Nobel” per l’economia nel 2002).
Figura 3: Thinking fast…slow
Un libro davvero illuminante, che tutti dovrebbero leggere! Pensieri lenti e veloci, del professor Daniel Kahneman, pubblicato nel 2011. Fonte: amazon.com
Del resto, la “moderna teoria di portafoglio” (di Harry Markovitz), ovvero una teoria che utilizza indicatori quantitativi per determinare il migliore rapporto tra rendimento e rischio, è nata soltanto negli anni ’50, praticamente “ieri”: sessant’anni infatti, non sono nulla se rapportati all’intera storia dell’evoluzione dell’homo sapiens. Il punto debole della “moderna teoria di portafoglio” infatti, è che la teoria rimane distante dalla pratica: la teoria prevede appunto che l’investitore si comporti con impassibile razionalità di fronte agli eventi caratteristici degli asset finanziari, come la volatilità. Ma noi umani non siamo razionali, perché a differenza dei computer, proviamo delle emozioni. E prendiamo decisioni facendoci appunto influenzare dall’emotività.
E anche se non è semplice farlo da soli, e anzi per molti è un processo controintuitivo, è proprio nei momenti in cui i prezzi delle azioni scendono (=segnale di pericolo per la nostra mente), che si devono cogliere le opportunità che ci consentiranno di prosperare, una volta che sarà passata la burrasca. E credetemi: l’attuale contesto caratterizzato da forte incertezza, è pieno zeppo di opportunità per gli investimenti azionari. Basta pensare ai mostruosi progressi e alle scoperte rivoluzionarie che stanno facendo i ricercatori e le aziende tecnologiche nel campo dell’intelligenza artificiale e della tecnologia in genere: non ci sono dubbi sul fatto che le azioni delle aziende di quel settore cresceranno esponenzialmente nel prossimo futuro… dobbiamo soltanto cercare di guardare al futuro senza paraocchi (figura 4)!
Figura 4: Anticipare il futuro
Nel 1899 il capo dell’Ufficio Brevetti degli Stati Uniti, sosteneva che tutto quello che poteva essere inventato per il futuro, era già stato inventato allora…
Fonte: https://www.slideshare.net/sroby/anticipare-il-futuro-start-cup-trieste-2015
E ora, voglio sfatare un mito… C’è un adagio molto noto tra gli investitori statunitensi che dice “sell in may and go away”, che significa “vendi a maggio, e scappa” (=dai mercati finanziari).
Quando qualcuno mi ricorda questo motto, sostenendo che si tratti di un’infallibile e precisa strategia di gestione degli investimenti, provocatoriamente io ribatto chiedendo “…ok, ma bisogna vendere il giorno 1, o 7, o 18, o 31 di maggio?…”.: la storia ci dimostra che ciò non ha senso.
Per dimostrare non soltanto l’irrazionalità dei comportamenti dei risparmiatori, ma anche l’infondatezza di alcune “credenze popolari” (e ce ne sono molte, oltre a quella citata nell’esempio), invito il lettore ad osservare la figura 5: si può vedere – nel periodo dal 1901 al 2017 – nell’indice della Borsa americana Dow Jones, quante volte ciascun mese dell’anno è stato un mese di guadagni e quante volte di perdite.
Figura 5: Periodi a confronto
Quante volte, nel periodo 1901-2017, ogni mese è stato il peggiore e il migliore dell’anno. Fonte: https://twitter.com/OddStats
Non c’è detto popolare che tenga: il dato di fatto è che i mercati azionari sono la cosa più bella che ci sia per la crescita dei nostri risparmi. Vanno però approcciati con metodo (non mi stancherò mai di ripeterlo), utilizzando gli strumenti più idonei, ovvero – cito il Professor Ruggero Bertelli – quelli che ci tengono lontani dal “rischio cattivo” (la concentrazione in singoli titoli) e che ci consentono al tempo stesso di sfruttare a nostro pro il “rischio buono” (=la volatilità dei mercati).
Come ho scritto qualche riga sopra, non è né semplice né facile essere razionali quando si parla di denaro e di risparmi. Ma un bravo Consulente, esperto di funzionamento dei mercati finanziari e di “psicologia del denaro” (la mia passione!), è un supporto indispensabile per la salute finanziaria di ogni risparmiatore/investitore.
Effettivamente questo 2018, che sta volgendo al termine, non è esattamente una passeggiata… e verrà ricordato dagli addetti ai lavori, come uno degli anni più impegnativi proprio perché sta richiedendo particolare impegno per assistere i risparmiatori nella gestione dell’emotività; emotività che, se non controllata adeguatamente, tenderebbe a far intraprendere azioni dagli esiti disastrosi (=vendere e liquidare gli investimenti quando i mercati sono scesi, quindi consolidando le perdite, invece di aspettare pazientemente il recupero).
Ed è proprio in periodi di incertezza come questo che dobbiamo tirare fuori dalla nostra tasca la “bussola” per ricordarci dove siamo, e per non “perdere la rotta” e per continuare a seguire la strada che abbiamo tracciato quando abbiamo declinato la pianificazione finanziaria.
Caro lettore, se ritieni che il tuo interlocutore abituale (la tua banca) non sia un soggetto adeguatamente qualificato per dare le giuste risposte alle tue domande e per soddisfare le tue importanti esigenze di risparmiatore, prendi seriamente in considerazione l’idea di cercare un valido professionista. Se stai leggendo queste pagine, sei comunque già sulla buona strada!
Paolo Rossetto
Dopo aver maturato una significativa esperienza in istituti bancari italiani ed uno estero, ha intrapreso la carriera di Private Banker. È impegnato in attività didattiche e formative per diffondere l’educazione finanziaria tra i risparmiatori in Italia ed è iscritto all’Albo dei Consulenti Finanziari.
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(Articolo pubblicato nel numero 06/2018 di INVESTORS’ Magazine)