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Nonostante le brutte notizie che giungono ogni giorno dall’economia,
dalla disoccupazione record ai deficit sovrani fuori controllo, molte
borse hanno rivisto a metà settembre i massimi storici.

Il 20
settembre, giorno di scadenze tecniche, molti mercati mondiali hanno
fatto festa brindando a un nuovo record storico, in particolare l’indice
Dax ha superato gli 8700 punti mentre l’indice americano SP500 ha
superato i 1730 punti; sicuramente quest’ultimo rialzo è stato in parte
alimentato dalla Fed, che proprio il giorno prima delle scadenze
tecniche di settembre ha sorpreso i mercati,  lasciando invariata la sua
politica monetaria, giustificandola con la debolezza della ripresa
economica.

Ma i mercati hanno pesato
la notizia in base al loro umore: in questo momento sono rialzisti e non vedono
pericoli all’orizzonte, per cui hanno sottopesato la notizia della debolezza
dell’economia e sovrapesato la notizia relativa al reiterato impegno della Fed
ha pompare liquidità nel mercato.

La Fed dunque continuerà di
fatto a stampare moneta, drogando di fatto il mercato, che si trova ad avere
una massa di liquidità enorme da investire, e mai come in questo momento gli
investitori istituzionali, visti i bassi tassi di interesse delle obbligazioni,
preferiscono dirottare buona parte della liquidità a disposizione sull’investimento
azionario, accettandone di buon grado la maggiore rischiosità.

La
sensazione è che il mercato si autoalimenti, l’indice Vix che misura la
volatilità, e che gli stessi americani hanno soprannominato Fear Index
(l’indice della paura) è vicino ai minimi: q
uesto sta a significare che in
America oramai quasi nessuno oltre a non pensare che il mercato possa scendere,
non cerca neanche una copertura per le proprie posizioni in essere; insomma va
tutto benissimo, come se gli investitori si scordassero dopo tanti rialzi che
il mercato può anche scendere.

La
sensazione è che ci si possa svegliare all’improvviso in mezzo ad un’altra bufera,
allo scoppio di una bolla, io in 20 anni di borsa ho assistito agli alti e
bassi dei mercati e a diverse bolle: nel libro che sto pubblicando sulle
opzioni ho citato la prima bolla della storia, quella dei “bulbi di tulipano” scoppiata
in Olanda quasi 400 anni fa, ma di bolle ce ne sono state tante e tutte finite
nel medesimo modo, pensa solo alla “bolla internet” del 2000, bastava quotarsi
al terzo mercato che ti compravano come se tu fossi una start up legata alle
nuove tecnologie, società come Gandalf o Poligrafici Faustino venivano trattate
come se fossero società in qualche modo legate ad internet, ma anche società in
qualche modo legate alle nuove tecnologie, come Tiscali o Finmatica raggiunsero
rialzi vertiginosi per poi crollare miseramente o addirittura fallire; pensiamo
anche alla più recente “bolla immobiliare americana” che portò al fallimento di
tante banche americane e alla pesante crisi finanziaria che perdura ancora oggi
per via di tutti gli strumenti tossici entrati in quel periodo nei portafogli
delle banche di tutto il mondo e che ancora oggi pesano su tanti bilanci, basta
solo pensare alla nuova iniezione di denaro di cui ha bisogno Banca Monte dei
Paschi per sopravvivere.

Certo il
rialzo attuale non è esplosivo, non ha la parvenza di una bolla pronta a
scoppiare, ma l’illogicità di certi prezzi mi fa comunque pensare che il
mercato stia sottovalutando il rischio: il mondo si appoggia su una montagna di
debiti, prima o poi qualcuno sarà chiamato a pagarli.

L’irrazionalità dei mercati fa sì che dall’oggi al domani ci si possa
risvegliare che tutti quelli che sino alla sera prima erano smaniosi di
comprare e fiduciosi nel rialzo del mercato, si siano fatti
prendere
dalla paura, magari solo perché qualche telegiornale ha fatto vedere immagini
di un paese in crisi, magari di nuovo Cipro o la Grecia o un altro paese magari
dell’est europeo; nell’era della globalizzazione basta poco a far arrivare la
notizia in tutto il mondo e la paura fa presto a far cambiare idea
all’investitore, che da compratore sicuro del rialzo, si trasforma in venditore
che cerca di salvaguardare i propri guadagni.

Ma chi è
trader sa qual è al dura legge della domanda e dell’offerta, i nuovi massimi
sono dovuti alla fiducia che mostra chi vuole aprire posizioni rialziste e alla
paura che i ribassisti hanno di andare contro mercato, ma nel momento in cui i
compratori spariscono, o ancor peggio, diventano venditori, il rischio è che
dall’oggi al domani cambi totalmente l’umore del mercato ed allora si assista
ad una caduta vertiginosa delle quotazioni, al cosiddetto “cigno nero”, che ha
una caratteristica che lo contraddistingue: quella di essere spiegato solo a
posteriori dagli esperti, proprio quelli che sino ad un attimo prima del
verificarsi dell’evento scatenante, pontificavano su quanto fossero valide le
loro assunzioni sul mondo economico finanziario.

Io so
solo che non sento più parlare dei problemi della Grecia o di Cipro, o del
debito dello stato della California, o al deficit federale degli Stati Uniti,
le banche continuano a non concedere finanziamenti alle imprese e continuano a
chiedere soldi al mercato e sono alle prese con crediti in sofferenza ed in
incaglio che sono in grado di affossare i loro bilanci per tanti anni
ancora…………………… io posso solo dire che fare previsioni oggi si rischierebbe di
essere ridicolizzati dai futuri movimenti del mercato.

Quindi
il mio consiglio ai lettori di Traders può essere solo uno, pensate sempre che
il mercato, anche quando sembra essere monodirezionale, possa cambiare all’improvviso,
per cui dotatevi sempre di una via d’uscita il meno dolorosa possibile.

di Giovanni Borsi

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